Eventi traumatici come incidenti automobilistici, aggressioni, morti di persone molto vicine e altro, oppure situazioni di vita difficili come vivere in condizioni di continua tensione per qualunque motivo di tipo ambientale o familiare spesso ingenerano, nelle persone che li subiscono, caratteristiche sintomatologiche che generalmente afferiscono ai disturbi d’ansia, dell’umore, dell’adattamento o altri. In questi casi, anche in assenza di una Consulenza Tecnica d’Ufficio disposta dal Giudice, lo psicologo forense può coadiuvare l’avvocato nello svolgimento del suo lavoro effettuando una valutazione psico-forense dell’assistito, per integrare il materiale probatorio. Lo psicologo, infatti, sempre più frequentemente viene interpellato dall’interessato o dall’avvocato dello stesso prima di presentare il ricorso in tribunale, proprio per trovare supporto in una valutazione specialistica. Nella stesura dei pareri extra-giudiziali, lo psicologo forense deve contestualizzare le dichiarazioni rese dal cliente, confrontarle il più possibile con informazioni alternative, anche con l’ausilio di eventuale documentazione attinente e/o della letteratura specialistica, differenziandole dalla propria e autonoma valutazione professionale.
Può operare, pertanto, come libero professionista consulente a singoli individui o a professionisti del mondo medico-giuridico (medici legali, avvocati, psichiatri) o a società e studi professionali che operano su problematiche legali in ambito familiare, assicurativo e lavorativo.
Nello specifico lo psicologo forense può essere chiamato a redigere note tecnico-scientifiche su argomenti e quesiti psicologici ad uso del legale e di pareri tecnico strategici. Può esaminare il fascicolo processuale con il fine di individuare aspetti psicologici rilevanti utili al difensore e può studiare le carte processuali (denunce, audizioni, disegni, deposizioni, consulenze tecniche, etc.) e analizzare il materiale audio-video (telefonate, registrazioni di conversazioni, colloqui peritali, etc.). Supporta, perciò, l’avvocato in tutti gli aspetti neuropsicologici e psicopatologici del caso in oggetto.
Per la raccolta dei dati necessari alla valutazione psico-forense, si fa ricorso allo studio della documentazione giuridica e specialistica, all’osservazione diretta dell’assistito, al colloquio clinico-anamnestico con lo stesso ed eventualmente presso altre fonti quali familiari, scuola, medico di famiglia o altri specialisti. Inoltre si utilizzano test standardizzati e validati a integrazione dei dati emersi dal colloquio clinico.
Lo psicologo che svolge l’attività consulenziale nell’ambito di una valutazione psicologica deve attenersi alla scrupolosa osservanza dei principi del codice deontologico e delle linee guida specialistiche in ambito forense.
“Quando c’è una meta anche il deserto diventa strada.”